martedì 12 maggio 2009

Interessante dissertazione della teoria GNS

C'è un'interessante teoria sui giochi di ruolo, detta teoria GNS, che sostanzialmente dice che esistono tre "stili" fondamentali di gioco:
  • Gamista (da "game"): Chi gioca in maniera gamista tratta il gdr come un gioco da tavolo, sfruttando al massimo le regole per ottenere i migliori risultati (tipico power player).
  • Simulazionista: chi gioca in maniera simulazionista cerca al massimo una simulazione realistica del mondo ipotetico del gioco di ruolo, cercando regolamenti realistici e, a volte, pesanti ed iperdettagliati.
  • Narrativista: chi gioca in maniera narrativista prende il gioco di ruolo come se fosse un corso di recitazione e dà peso solo al roleplayng, spesso giocando in maniera "autolesionista" al solo scopo di rendere al meglio la caratterizzazione del personaggio.
Secondo me questa teoria ci prende abbastanza, ma con una variazione sul concetto di giocatore simulazionista (io per inciso mi considero abbastanza simulazionista. Spiego questa mia variante con un esempio: Il personaggio X è un barbaro di D&D che deve scappare scendendo da una torre ma ha lo svantaggio "paura delle altezze", che gli dà un -4 alle azioni di arrampicamento.
  • Il giocatore gamista nota che cadere dalla torre gli infligge 7d6 di danno, X ha 80 PF quindi non corre veramente rischi, e si lancia.
  • Il giocatore simulazionista cerca di comportarsi in maniera "furba", o che sarebbe furba nella realtà: incomincia a guardarsi intorno cercando una seconda via di uscita, magari si fa calare con delle corde etc. Per questo motivo il simulazionista cerca giochi abbastanza "realistici", dove la mossa che nella realtà sarebbe furba viene premiata dal regolamento. Il fatto che X possa semplicemente buttarsi da una torre di 20m gli rovina il gioco.
  • Il narrativista se ne impippa di "vincere" nell'avventura, e semplicemente fa la cosa più divertente ed azzeccata per X: inizia a starnazzare terrorizzato ed intralcia al massimo la fuga al resto del party.
Da questa mia definizione si vede come il simulazionista in realtà non cerchi veramente un realismo ossessivo nei regolamenti, ma semplicemente un regolamento che non gli crei degli irrealismi troppo evidenti.
In questo senso, i giochi di ruolo "light", quelli con poche regole molto generiche che lasciano molto all'interpretazione del master (come Dispari, tanto per fare un esempio casuale) funzionano meglio per il simulazionista che non giochi iperdettagliati, perchè il master, improvvisando, al massimo sarà impreciso o approssimativo, ma quasi mai sarà palesemente irrealistico, mentre un regolamento dettagliato e complesso, per quanto pen fatto, porterà sempre delle situazioni in cui le regole interagiscono in maniera inaspettata creando dei "buchi".

3 commenti:

MisterMR ha detto...

Salve, sono sempre io. Qualcuno sa se su blogger c'è il modo di sapere quanti visitatori sono passati sulle tue pagine?

MisterMR ha detto...

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